Chi mi conosce sa che quello della stampa 3D è uno dei miei argomenti preferiti. Oramai è un oggetto sempre più presente nelle case di tutti. Però forse si sottovaluta la difficoltà di utilizzo. Ne ho viste un po’ di persone che ne hanno presa una senza pensarci tanto e alla fine l’hanno rivenduta non sapendo cosa farne. Dunque è bene saperne qualcosina prima di buttarsi nel campo. In rete e non si possono trovare tanti annunci di corsi per imparare ad usare la stampa 3D. Se però siete degli smanettoni come me e volete risparmiare denaro evitando di spenderne per dei costosi corsi, posso darvi qualche consiglio tramite esperienza personale.
Cenni storici
A dire la verità la stampa 3D non è una nuova tecnologia. Era uno strumento industriale già usato negli anni ’80. Il problema era che costava molto, pochi ne avevano bisogno e se la potevano permettere. Ma nel 2005, grazie al principio del Self replicating rapid Prototyper si ha la vera e propria svolta nel mondo delle stampanti 3D. Il principio è quello di creare una macchina in grado di auto replicarsi. Così nasce il progetto RepRap in un mondo ormai tecnologicamente pronto per costruire queste macchine a basso costo e con un numero di designer 3D sempre più in aumento. Ciò porta all’enorme successo della tecnologia grazie al principio dell’open source, alla base del progetto RepRap.
Stampa 3D FDM, SLS, SLA…?
Al giorno d’oggi sono molte le tecnologie per la stampa 3D. Le principali sono le seguenti:
- Modellazione a deposizione fusa (fused deposition modeling, FDM): questa è la tecnologia di cui dispongo attualmente e sulla quale ho appreso quello che so. Un filamento plastico viene fuso ed estruso facendolo solidificare in modo tale da modellare un oggetto tridimensionale.
- Selective Laser Sintering (SLS): tramite un raggio laser viene modellata una polvere di Nylon. Gli oggetti non hanno bisogno di supporti in quanto la polvere è un solido.
- Stereolitografia (SLA): Un raggio laser o della luce UV tramite proiettore o schermo LCD solidificano strati di di un polimero inizialmente liquido.
- Altri sistemi come l’Electron beam melting (EBM), produzione con oggetti laminati, stampa in ceramica e altri
Quindi cosa fare?
Attualmente i sistemi più economici sono quelli FDM. Si può optare per una macchina già costruita o per dei kit. Se lo scopo è quello di risparmiare soldi e diventare bravi quello da fare è prendervi un kit economico da costruire. Proprio come ho fatto io.
La mia esperienza
Probabilmente a leggere ciò che seguirà vi domanderete “ma chi te lo ha fatto fare”. Ma è proprio questo il punto. Tutti i passaggi che ho affrontato mi hanno portato a conoscere questo campo molto bene senza fare alcun corso. Quando mi è arrivato a casa il kit e ho aperto lo scatolone la mia prima esclamazione è stata: “bene e adesso che faccio?”. Avevo deciso di acquistare un kit di getto senza sapere nulla a riguardo. Lo strumento mi serviva ma lo scopo principale per me era imparare. Quale miglior soluzione se non sbatterci la testa?
L’assemblaggio
Dunque ho preso il CD con le istruzioni e ho iniziato ad assemblare seguendo le immagini che erano caricate. Ma mi sono dovuto fermare a nemmeno 1/3. Il motivo? Erano incomplete. I cinesi sono in gamba ma spesso peccano nella rigorosità. Questo fatto però l’ho sfruttato a mio vantaggio. Non essendoci tutorial di montaggio per il mio kit specifico, mi sono guardato i principi di funzionamento di altri kit e ho cercato di capire come si potessero adattare al mio. Non è stato difficile, alla fine ce l’ho fatta. Ma era solo l’inizio.
La calibrazione
Questo è uno dei passi più importanti. Infatti la prima stampa che ho fatto era un’oscenità. Guardando i forum di RepRap sono venuto a conoscenza che la stampante anche se non progettata da me, doveva essere calibrata. Vi posso assicurare che un buon 70% dei problemi che si hanno nella stampa 3D sono causa di una cattiva calibrazione. Dunque studiatevi bene quali sono i fattori importanti nella calibrazione e che difetti ne conseguono sulla stampa se i valori non sono corretti. Magari in futuro farò un’articolo specifico a riguardo.
L’estrusore
Almeno fino ad un anno fa, gli estrusori di “serie” dei kit più economici davano sempre problemi. Dunque non è una cattiva idea sostituirli con prodotti di qualità, come ad esempio dell’E3D. A volte impazzire sulla calibrazione non serve, è il lato hardware ad avere problemi e se non sono le parti meccaniche è probabile che ci sia un problema proprio qui.
Risolvere i problemi
Il punto chiave per diventare bravi dunque è risolvere i problemi. Non bisogna arrendersi se non si riescono a risolvere subito. Può essere molto utile chiedere aiuto al forum RepRap oppure nei gruppi su Facebook dedicati. Anzi, io consiglio di buttarci un occhio anche quando al momento non se ne hanno. I motivi sono due. Vedere i problemi degli altri e sapere come vengono risolti potrebbe esserti d’aiuto in un futuro quando i suddetti si manifestano a te. Poi cercare di proporre soluzioni migliora le proprie capacità di brainstorming.
Vedrete che col tempo i problemi non smetteranno di arrivare, ma risolverli ci vorrà un attimo. Sarà proprio quello a farvi capire di essere diventati davvero esperti.
Conclusioni
Per diventare bravi bisogna fallire e risolvere problematiche, questo vale per la stampa 3D come nella vita. L’unica cosa che vi serve è determinazione e il tempo per studiare le varie soluzioni. E farlo senza corsi non significa necessariamente perdere del tempo.